La Basilica della SS. Annunziata di Prata Principato Ultra con le annesse catacombe rappresenta un ottimo esempio del ciclo di vita di un importante sito archeologico. Situata poco fuori dal centro abitato, è stata recentemente restaurata e studiata come prestigiosissima testimonianza di età longobarda.
La Basilica di Prata: da antica necropoli romana a luogo di culto cristiano
Siamo abituati a collocare questi luoghi in un preciso peridio storico ma la realtà è ben diversa. A causa di successivi utilizzi e frequentazioni essi custodiscono le tracce di numerosi passaggi di uomini, regni e contesti succedutisi nel corso del tempo fino ai giorni nostri. È questo il caso della Basilica e delle catacombe di Prata che, nate come sito funerario precristiano, con il passare dei secoli hanno visto svilupparsi all’interno dell’area nuove sepolture, le une sulle altre come era nell’uso antico, e addirittura la costruzione di una chiesa poi variamente arricchita, decorata, spogliata, rimaneggiata e, infine, nuovamente integrata all’interno di una nuova costruzione. Ma vediamo meglio quello che è successo, come e perché.
Le catacombe di Prata prima dei nostri moderni cimiteri
Forse non tutti sanno che in Italia, soprattutto nel meridione, prima della conquista napoleonica non esistevano cimiteri come li intendiamo adesso. Le salme dei defunti importanti, ovvero nobili ed ecclesiastici, venivano custodite per anni negli ipogei, i locali sotterranei delle chiese. Qui venivano lasciate a scolare, cioè a “prosciugarsi” , dopo essere state collocate su appositi seggi in pietra denominati scolatoi, Al termine di questo processo, le ossa residuanti venivano racchiuse in urne o ossari, contenitori che a loro volta venivano interrati nelle chiese e nei giardini contigui oppure, come nel caso della catacombe di Prata, ricollocati in ambienti funerari romani o paleocristiani. In questi ambienti, sono stati accumulati per secoli gli uni sugli altri.
Tutto ciò si è verificato fino all’editto napoleonico con il quale, per motivi sia igienici che politici, si prescrisse la creazione di luoghi di sepoltura uniformati al di fuori delle mura cittadine: i nostri moderni cimiteri.
La basilica della SS Annunziata di Prata e il culto di San Michele Arcangelo
Già in epoca longobarda (VII sec. d.C.) a Prata era sorta, a corona di una delle due catacombe affiancate, precisamente quella di destra, una imponente Basilica in onore della Vergine. Contemporaneamente, come dimostrano le testimonianze pittoriche recentemente rinvenute, il sito veniva gradualmente destinato al culto dell’Arcangelo Michele, molto diffuso tra i Longobardi.
Nel corso dei secoli, il risultato è stato l’affascinante avvicendamento di decorazioni e stili sovrapposti rinvenibili ancora oggi: il cortile e la facciata della chiesa novecenteschi, il sito sepolcrale paleocristiano, con urne ed epigrafi rinascimentali e barocchi e, infine, resti di ossa di vittime della peste del Seicento. All’interno della Basilica, inoltre, è possibile ammirare affreschi del diciottesimo secolo contrapposti a maldestri recuperi dell’opera muraria originaria in mattoni, che conducono agli ambienti dell’abside lasciata invece quasi intatta, speculare alla catacomba gemella esterna.
Un percorso storico/estetico affascinante all’interno del quale può tornare difficile orientarsi se non si possiede e non viene fornita almeno qualche notizia interpretativa.
Visitare la Basilica e le catacombe di Prata
Prata è un comune irpino fuori dai maggiori itinerari turistici della zona. Ciò è un vero peccato perché le catacombe e la Basilica non sono i soli tesori che essa può offrire: il palazzo baronale, con la sua singolare storia legata alla nobiltà balcanica di oltre Adriatico, ne è un ulteriore esempio.
Una visita a Prata, alla sua Basilica e alle sue catacombe, ripaga e supera le aspettative. Se ci sei già stato daccene conferma regalandoci le tue impressioni in un commento!