Le erbe spontanee in Irpinia tra passato e presente

da | 7 Gen, 2022 | Natura | 0 commenti

Le erbe spontanee sono una delle tante ricchezze naturali che il territorio dell’Irpinia offre. Esse, con il loro riconoscimento, raccolta e utilizzo, rappresentano un legame con il passato che è sempre più importante non dimenticare. La ricerca e la raccolta di erbe selvatiche e officinali, infatti, è una pratica ancora oggi in uso e in cui rivivono ricordi, odori e tradizioni antiche spesso tramandateci dai nonni.

Erbe spontanee cosa sono, dove e come raccoglierle

Piante ed erbe spontanee che possono essere usate in cucina e quindi commestibili, sono propriamente dette piante alimurgiche e fin dall’antichità venivano raccolte per provvedere in caso di necessità al bisogno alimentare.

 Anche se è più difficile rispetto al passato, a causa dell’urbanizzazione del territorio, attualmente è possibile trovarle nei campi abbandonati, nei boschi a diverse altitudini e lungo gli argini e le rive dei ruscelli.

Legate per ovvie ragioni al ciclo naturale delle stagioni, i periodi migliori per la raccolta delle erbe spontanee sono la primavera e l’autunno in cui, grazie alle abbondanti piogge risultano più rigogliose.

Secondo la tradizione le erbe spontanee andrebbero raccolte al mattino presto, quando il sole non è ancora alto e la rugiada mattutina le bagna donandogli una maggiore vitalità. È importante però raccoglierle evitando di strapparne le radici in modo che la pianta possa ricrescere.

Usi e tradizioni tra ieri e oggi

Se si chiede alle persone più anziane o si ripensa ai nostri nonni, sarà facile ricordare scene, aneddoti o “miracolose soluzioni casalinghe” legate alle tante erbette che, muniti di sacchetto e taglierino, andavano a cercare un po’ per necessità e un po’ semplicemente perché spesso buonissime da impiegare in cucina.

In passato, ad esempio, un rimedio al mal di pancia dei bambini era realizzare un decotto con le radici di Gramigna e Ortica insieme ad alcuni cereali come Orzo e Avena. Tra i rimedi casalinghi usati per abbassare la febbre e calmare la tosse secca venivano impiegate foglie e fiori della Borragine, mentre contro il bruciore di stomaco era noto l’uso del Tarassaco, anche detto Dente di Leone o volgarmente “piscialetto” in riferimento alle sue proprietà diuretiche.

Ma è sicuramente in cucina che l’utilizzo delle erbe spontanee in Irpinia, oggi come ieri, raggiunge i livelli più alti e soddisfacenti rendendo uniche tante ricette della tradizione.

La Borragine, ottima anche in una semplice insalata, diventa pura poesia quando unita al Cardillo, al Cerfoglio e alla scarola dà origine al ripieno della tradizionale “Pizza con l’erba”, tipico piatto pasquale del nostro territorio.

Diverse ricette e variazioni si realizzano poi con i cosiddetti ScazzuoppoliCicorie Selvatiche”, le cime re Vitaglia,cime di Vitalba” o ancora il Pulieio, una varietà di menta selvatica di cui è particolarmente ricca la Valle dell’Ufita e che viene usata nella preparazione dei “cicatiell  co lo pulieio“ altro piatto tipico Irpino per antonomasia.

I percorsi delle erbe aromatiche e erbe spontanee in Irpinia

Vista l’importanza e la consuetudine d’uso nella gastronomia Irpina, sono sempre di più gli Agriturismi e le Fattorie Didattiche che, oltre a farne uso nelle proprie cucine, organizzano laboratori e veri e propri percorsi didattici alla riscoperta delle erbe spontanee, aromatiche e delle piante officinali che crescono naturalmente nel territorio e che vengono anche coltivate all’interno delle aziende agricole stesse.

I percorsi delle erbe officinali e aromatiche organizzati in Irpinia sono perlopiù rivolti ai bambini, alle scuole e a ristretti gruppi di persone accompagnati da guide esperte che li indirizzano nel riconoscimento della specie e nel suo utilizzo.

Saper riconoscere le erbe spontanee, dove effettuare la propria raccolta, il periodo giusto per ogni specie e la modalità più consona è fondamentale per essere sicuri di consumare un prodotto non dannoso per la salute nel pieno rispetto dell’ecosistema e della natura.