Fascino e storia del Castello Ducale di Bisaccia

da | 21 Apr, 2022 | Storia | 0 commenti

Come dimenticare l’antica storia del Castello Ducale di Bisaccia e la splendida vista che dal portico si disegna al visitatore, incorniciata in una meravigliosa loggia di ventotto archi? Da qui si domina la vallata in direzione nord, e lo sguardo spazia alla terra di confine tra Appennino e costa adriatica; da qui si distingue al tramonto il dolce, incantevole tremolio delle luci lontane dei paesi della Baronia, di Lacedonia, di Sant’Agata di Puglia e, nelle giornate più terse, addirittura il profilo del promontorio del Gargano. Basterebbe soltanto questo a giustificare il viaggio e invece c’è molto, molto altro. Scopriamolo insieme!

Il Castello Ducale di Bisaccia: orgoglio nel pieno centro del paese

Il Castello Ducale di Bisaccia ha una sua caratteristica particolare, che si rivela da subito a chi lo osserva già dall’esterno: lungi dall’essere un eremo isolato e inaccessibile come la maggior parte di queste antiche strutture. Ciò ci fa capire quanto esso, con la sua anomala estensione allungata che sovrasta la piazza del paese e la sua collocazione limitrofa alla cattedrale, abbia vissuto nel tempo la propria evoluzione edilizia e architettonica in pressoché totale simbiosi con lo sviluppo e la ramificazione dell’abitato. Ciò fa si che esso sia ancora oggi comprensibilissimo orgoglio e al tempo stesso parte integrante della topografia e della vita del centro del paese.

La storia del Castello Ducale di Bisaccia: fra tremendi terremoti e difficili ricostruzioni e ampliamenti

Un borgo, quello di Bisaccia, che all’epoca dell’avvento longobardo e della costituzione del ducato di Benevento si stendeva a lisca di pesce sulla cresta collinare come tanti degli insediamenti medievali dell’epoca, e in cui la funzione del castello inizialmente consisteva nel proteggerne il versante indifeso, l’unico cioè non delimitato da strapiombi naturali di difficile accessibilità.

Successivamente, fra disastrosi terremoti e successive ricostruzioni, il paese di Bisaccia andò man mano a occupare, nel periodo aragonese, tutto lo spazio utile prima del ciglio dei burroni. Così non fu un caso e fu anzi naturale che, all’inizio del Settecento, dopo l’ennesimo terremoto, la nuova chiesa venisse ricostruita proprio a lato del castello, dov’è ancora adesso.

Dopo il terribile incendio scoppiato durante un assedio a metà Settecento, il Castello restò in stato di semiabbandono per poi essere vincolato come bene monumentale e artistico soltanto nei primi anni del Novecento. Nuovamente danneggiato da un terremoto negli anni Trenta, la ricostruzione dell’agglomerato del paese si spostò stavolta verso valle.

Questa bella, rara e preziosa vicenda di stretto rapporto tra il Castello Ducale e il borgo di Bisaccia si conclude con l’acquisto del Castello Ducale da parte del Comune a fine anni Settanta, e il suo restauro e la sua apertura al pubblico dopo l’ultimo terremoto del 1980.

Gli antichi padroni del Castello: dai suoi fondatori Longobardi fino ai Duchi Pignatelli

Vario e tormentato è stato anche l’avvicendarsi dei proprietari del Castello Ducale di Bisaccia. La struttura nacque inizialmente come semplice torre, costruita dai suoi primi edificatori longobardi (torre che oggi sopravvive ridotta alla metà di quella originale, insieme con l’impianto originario del bastione) e vide i suoi locali adibiti a prigione e residenza di caccia sotto i Normanni, con Federico II. Poi vennero gli Angoini e gli Aragonesi e infine, nel Seicento, ci fu l’investitura a Duchi di Bisaccia della famiglia Pignatelli, che ha detenuto il titolo fino all’abolizione della feudalità.

Il Castello attraverso i secoli

In epoca medievale il castello era dunque di dimensioni assai più ridotte e il suo ingresso era probabilmente l’arco ogivale che oggi porta al secondo cortile interno. Il portone d’ingresso attuale invece, un arco a tutto sesto che introduce al primo cortile, si data certamente a successiva epoca quattrocentesca, così come il grande porticato, e la graziosa loggetta del secondo cortile. In realtà tutta la sezione orientale della struttura, portone e secondo cortile inclusi, è il risultato di quegli stessi lavori di ingrandimento di epoca aragonese.

Il soggiorno del celebre poeta Torquato Tasso al Castello Ducale di Bisaccia

All’inizio del Cinquecento il feudo di Bisaccia venne acquistato dalla famiglia Manso, e fu proprio Giovan Battista Manso, noto e munifico mecenate nonché biografo di Torquato Tasso, a invitarlo forse a Bisaccia nel 1588.

Non disponiamo di elementi del tutto certi al riguardo di questo possibile soggiorno di Torquato Tasso nel Castello Ducale di Bisaccia. Quel che è sicuro e documentato però è che Torquato Tasso fu amico anche del principe Carlo Gesualdo: si conobbero a Napoli e Carlo Gesualdo musicò alcuni dei testi del Tasso per i suoi madrigali.

Alla luce di questa vicenda, l’arrivo di Torquato Tasso al Castello Ducale di Bisaccia in qualità di ospite di Giovan Battista Manso resta un’ipotesi storica del tutto fondata e plausibile.

Il Museo Civico Archeologico nel Castello Ducale di Bisaccia

Un’ulteriore perla ospitata al piano terra del Castello Ducale di Bisaccia è lo splendido Museo Civico Archeologico di Bisaccia. Si tratta di sale allestite con criteri moderni, curatissime, che esibiscono i reperti di tombe dell’età del ferro dissotterrati negli anni Novanta a poche centinaia di metri da qui, nel corso di scavi eseguiti nella parte nuova del paese, nella zona del vecchio cimitero napoleonico.

Il museo riesce a raccontare e a far rivivere, attraverso suggestive e coloratissime tavole espositive e una stupefacente animazione in 3D, la vita quotidiana, gli abiti, i monili di questi primi insediamenti preistorici italici. E anche questo varrebbe già da solo una visita al Castello Ducale di Bisaccia.

Visita al Castello

Il Castello Ducale di Bisaccia è aperto tutti i giorni, con un servizio di accoglienza dedicato, gestito direttamente dal Comune. Vieni e sperimenterai bellezza, puntualità, professionalità e attenzione speciale.

Se l’hai già visitato o se questa lettura ha fatto sorgere in te il desiderio di visitarlo, raccontaci le tue impressioni in un commento!