Greci: Irpinia chiama Albania

da | 29 Lug, 2022 | Storia | 0 commenti

Greci, unico comune albanese in provincia di Avellino, così apparve nel paesaggio irpino nordorientale al viaggiatore inglese Henry Swinburne, che la costeggiò durante il suo Grand Tour del Regno delle Due Sicilie nella primavera del 1777, dandocene qualche notizia nel suo diario di viaggio:

“Dopo di aver tagliato un altopiano, la strada si abbassa per entrare in una profonda vallata, di considerevole lunghezza, in fondo alla quale, come strisce orizzontali di diversa sfumatura, si intravedono le piane pugliesi e il Mar Adriatico. Due borghi,  Savignano e Greci, dominano i due lati della valle. Il secondo è una colonia di circa millequattrocento Albanesi, che parlano ancora un gergo misto di italiano e lingua dell’Epiro. Fino al 1731 hanno osservato il rito greco; ma poi, per disposizione reale, sono passati alla liturgia latina.” (Henry Swinburne, Travels in the Two Sicilies in the years 1777-1778-1779-1780)

Greci: tra Irpinia e Puglia, un pezzo di Balcani

Già da queste poche righe scritte più di due secoli fa vengono poste in evidenza due delle caratteristiche fondamentali del paese di Greci: la sua posizione al limitare del Tavoliere delle Puglie, e la sua composizione etnica di lingua e cultura albanese, che – caso unico per quanto riguarda la Campania – lo accomunano ai diversi insediamenti simili sparsi in tutta l’Italia meridionale, soprattutto in Calabria.

Aspetto peculiare del piccolo borgo irpino è, infatti, la presenza della comunità arbëreshë, ossia gli albanesi residenti in Italia da secoli, i quali parlano un albanese arcaico che li ha fatti spesso nel tempo contraddistinguere come “greci”. Di qui, appunto, il toponimo italico usato per il paese di Greci, la cui denominazione originale in lingua arbëreshë è invece Katundi, “il paese”. Essi giunsero in Italia come transfughi, fuggendo dall’inesorabile avanzata ottomana nei Balcani dal 1400 al 1700. 

La Fede e la Spada: la leggenda di Giorgio Castriota Scanderbeg

Nel caso specifico di Greci, il popolamento arbëreshë del paese data al 1461, anno dell’arrivo in Puglia, con il suo seguito, del loro principe e condottiero Giorgio Castriota, detto Scanderbeg: appellativo onorifico, quest’ultimo, attribuitogli dai nemici Turchi, e che viene da “Iskander bey”, il nome islamico di Alessandro il Grande. C’è il suo monumento a Greci in paese, non avrebbe potuto essere altrimenti. 

Scanderberg era un eroe della resistenza albanese contro i Turchi e un campione della cristianità del tempo. Era stato nominato dal papa Athleta Christi e Defensor Fidei e si assicurò qui la concessione di terre, combattendo al fianco degli Aragonesi nella cosiddetta “congiura dei baroni”: ecco spiegato il motivo dell’albanesizzazione di Greci proprio in questi luoghi.

Va detto che un tale presidio in zona era all’epoca utile  al regno aragonese anche per bilanciare l’ostile penetrazione francoprovenzale nella stessa area: non a caso, il paese limitrofo a Greci, Faeto, collocato appena oltre il confine con la provincia di Foggia, è tuttora un paese di lingua provenzale.

Greci e il tempo che si ferma: dalle atmosfere esotiche al fascino romantico di un matrimonio

Da allora poco sembra essere cambiato per il visitatore odierno di queste remote, affascinanti e misteriose lande e contrade dell’Appennino meridionale; e così a Greci può ancora capitare di ritrovarsi attorniati da bimbi dagli occhi azzurri e dai capelli chiari, che parlano tra loro una lingua incomprensibile, oppure un italiano stranamente privo di inflessione dialettale, e di vivere l’emozione unica di immergersi in un ambiente vagamente esotico.

Questo orgoglio di appartenenza è ancora oggi fortissimo nei locali, e passa per l’uso corrente di antiche denominazioni originali arbëreshë, come ad esempio quella  della bella villa comunale, chiamata in paese il Breggo, ossia la “collina”.

Ha morso duro, a Greci, il terremoto del 1980: ma adesso il paese è tornato ad essere attraente, lindo e pulito, ed è più che pronto ad accogliere chiunque voglia calarsi nella magia della sua storia: c’è addirittura un nuovo, intrigante servizio di wedding planning, dedicato alle coppie che, con un pizzico d’avventura e tanto romanticismo, vengono a coronare e a celebrare il loro sogno d’amore a Greci, nelle magnifiche stanze di Palazzo Caccese

E tu, ti senti pronto/a per l’incanto che ti attende a Greci?