Il culto di San Michele Arcangelo in Irpinia

da | 12 Lug, 2023 | Fede | 0 commenti

In Irpinia, i culti religiosi svolgono da tempo immemore un ruolo significativo per l’identità delle comunità attraverso l’interazione tra fede, cultura e tradizione.
Non fa ovviamente eccezione la figura di San Michele, uno dei tre arcangeli riconosciuti dal Cristianesimo ed emblema di strenua difesa della fede in Dio contro le schiere di Satana.
Abbiamo avuto il piacere di parlare del rapporto tra il Santo e l’Irpinia con Don Tarcisio Gambalonga, parroco di Lioni e ormai simbolo della nostra terra, in cui egli – Padovano di nascita – risiede stabilmente dal 1981.

La testimonianza di Don Tarcisio: San Michele e l’Alta Irpinia

“Il culto micaelico è crucialmente identitario per l’Irpinia – ha subito sottolineato Don Tarcisio – essendo legato in maniera indissolubile alla massiccia presenza dei Longobardi, per i quali, coerentemente con le virtù guerriere già care al dio Odino, San Michele rappresentava un simbolo imprescindibile”.
Proprio così: il Santo infatti aveva una straordinaria potenza simbolica grazie alla sua dimensione di combattente in funzione del bene. Parliamo, come accennato, di una figura che, coadiuvata dal suo esercito celeste, sconfisse Satana. Non a caso, oggi è comunemente raffigurata alata e in armatura nel mezzo dei combattimenti contro il demonio.
Don Tarcisio si è soffermato maggiormente sull’Alta Irpinia: “Già, è questo il territorio in cui sono maggiormente coinvolto, e qui il culto è fortissimo”.
In effetti lo è: basti pensare alle testimonianze storiche, architettoniche e simboliche che sopravvivono in queste zone. A tal proposito, il parroco di Lioni, con grande fierezza ci ha detto: “Partiamo da Sant’Andrea di Conza: qui spiccano le opere di Andrea Miglionico (vissuto a cavallo tra ‘600 e ‘700), specialmente in seno alla bella Chiesa neoclassica – la Pro Cattedrale di San Michele, non ancora aperta al culto – perla di un paese da sempre affezionato al Santo”.
Le motivazioni del marcatissimo affetto da parte di Sant’Andrea di Conza verso il simbolo cristiano risiedono, tra le altre cose, nel fatto che il paesino irpino è di strada lungo le rotte di collegamento con l’Abbazia di San Michele Arcangelo a Monticchio, nel Potentino, e con il celeberrimo Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo, nel Foggiano.
Il sacerdote si è poi focalizzato su Montella – dove si distingue una Chiesa cinquecentesca dedicata a San Michele nella parte alta – prima di dedicare un doveroso passaggio anche a Guardia Lombardi. Qui entrando nella Chiesa Madre (che egli ha definito “gioiello raro”) il primo altare sulla sinistra è un omaggio proprio al Santo, in ossequio a una tradizione anticamente ben radicata.
Confinante con Guardia, Sant’Angelo dei Lombardi ricorda nel proprio nome l’Angelo, che è appunto San Michele, omaggiato anche attraverso una statua che adorna il portale romanico del Duomo cittadino.
Ancora, Don Tarcisio ha passato in rassegna il bellissimo dipinto su tavola di matrice cinquecentesca che abbiamo a Bagnoli Irpino, opera di un autore ignoto appartenente alla tradizione napoletana.
Esso rappresenta Michele intento a scacciare un diavolo avente il volto della donna. Sulla tematica, Don Tarcisio ha sottolineato quanto purtroppo fosse prassi comune associare tradizionalmente la donna al diavolo e alle tentazioni, ma soprattutto ha enfatizzato un aspetto, che riportiamo: “Oggi per fortuna non si ragiona più in una tale maniera rudimentale, ma nonostante ciò abbiamo ancora un lungo cammino da percorrere”.
Anche a Senerchia il culto micaelico è sentito, con l’Arcangelo ad essere proprio il patrono del paese. La Chiesa di San Michele Arcangelo – santuario dal 2008, ma originariamente edificata nel lontano 1.200 – costeggia la torre dell’antico castello medievale e custodisce al suo interno un’imponente statua micaelica.

Curiosità

Lo sai che una delle opere di Andrea Miglionico presenti a Sant’Andrea di Conza rappresenta l’importantissima apparizione micaelica sul Monte Gargano? Parliamo di una comparsa avvenuta un 8 maggio di fine V secolo, avente un impatto così forte che oggi la ricorrenza dell’8 maggio – già tipica della tradizione del Regno di Napoli – resiste e coesiste con le celebrazioni del 29 settembre.
Inoltre, sapevi che Papa Pio XII, nel 1949, ha proclamato San Michele patrono e protettore della Polizia? L’Arcangelo è infatti considerato emblema di lotta, la stessa lotta che il poliziotto combatte tutti i giorni mettendo in campo il suo impegno civico e professionale al servizio del popolo.

Il culto micaelico nella Valle Ufita

Chiusa la parentesi altirpina, Don Tarcisio ha poi spostato l’attenzione anche sulla Valle Ufita, soffermandosi specialmente sull’interessantissima Chiesa di San Michele a Grottaminarda, avente testimonianze antichissime, oltre a fare il punto su una particolare usanza sturnese.
Infatti, a Sturno (dove San Michele è ben rappresentato dall’Abbazia e dalla statua) è esistito a lungo – e in parte sopravvive – il cosiddetto “solco dell’Angelo” (“lo surco re l’Angelo”), tracciato con l’aratro alla vigilia delle festività in onore dell’Arcangelo, a partire da un punto dei comuni limitrofi e giungendo fino in paese, all’altezza della Chiesa dedicata al Santo.
Quella in questione è in effetti una peculiare forma di ringraziamento di origine contadina, così antica che in origine l’aratro era trainato dai buoi, prima che si passasse ai trattori.

San Michele Arcangelo in altre zone d’Irpinia

Tra le tante altre testimonianze in Irpinia legate al culto di San Michele, il paese di San Michele di Serino (nella Valle del Sabato) festeggia ogni anno l’Arcangelo e conserva nella sua Chiesa l’altare originario dedicatogli.
Peraltro, l’antica parrocchia era stata edificata nel 1600 nell’area in cui precedentemente giaceva una cappella micaelica di epoca longobarda andata distrutta in seguito al terribile sisma del 1980.
Nella Bassa Irpinia – dove va ricordata anche la Chiesa in onore del Santo presso Mugnano del CardinaleAvella può vantare l’esistenza in località Capo di Ciesco di una suggestiva Grotta di San Michele. Essa, di matrice eremitica, appartiene all’epoca medievale.
Ancora, nell’area a ridosso della Valle dell’Irno, Contrada vanta nel suo territorio la Grotta dei Longobardi, o di San Michele Arcangelo. Qui si evincono chiari segni di costruzioni di epoca grossomodo compresa tra IX e XI secolo d.C. Poco più in alto, inoltre, c’è il santuario attuale dell’Arcangelo in seno a cui spiccano, nella fascia centrale e verso il culmine della grotta, due altari in successione: uno decorato; l’altro corredato da un tabernacolo con l’affresco di San Michele “pesatore di anime”.
Nondimeno, nell’area della Valle del Calore – dove sorge anche Castelvetere, che dedica al culto dell’Arcangelo il trecentesco Eremo di San Michele all’Elce, da cui il panorama è mozzafiato – Sant’Angelo all’Esca omaggia il Santo tanto nel proprio nome quanto attraverso il riconoscimento dell’onorificenza di Patrono, addirittura dal 1716. Peraltro, la Chiesa cittadina di San Michele, che affonda le proprie radici tra XII e XIII secolo, presenta una raffinata effige dedicata all’Arcangelo. Viene attribuita al Foggiano Michele Ricciardi. Importante menzionare inoltre, venendo alla Baronia. anche il sentitissimo culto presso San Sossio Baronia, dove l’affascinante Santuario di San Michele è peraltro, sin dal ‘900, meta di pellegrinaggi.

I Cammini di San Michele: il progetto di Nuova Dimensione

Nell’ambito del culto micaelico è importante infine menzionare il bel progetto dell’associazione Nuova Dimensione intitolato “I Cammini di San Michele: itinerari turistici del culto micaelico tra riti sacri e leggende pagane”.
Esso intende incoraggiare i giovani a divenire interpreti e testimonial del proprio territorio, proprio nel segno dei luoghi e delle gesta del Santo. Oltre alla formazione in aula, sono stati pensati una serie di percorsi di fitwalking in tutta la Campania, con diversi tracciati anche in provincia di Avellino. Info Irpinia ha svolto con entusiasmo il ruolo di partner, insieme ad altre realtà, principalmente occupandosi dell’organizzazione e della realizzazione di una parte dei percorsi.
Le tappe irpine già toccate comprendono: Senerchia, Sant’Angelo dei Lombardi, Sant’Andrea di Conza, Conza della Campania, Mugnano del Cardinale, Solofra, San Michele Serino e Contrada.

Si ringrazia sentitamente Don Tarcisio Gambalonga per la preziosa testimonianza.