In occasione dei festeggiamenti per la festa del santo Vincenzo Ferreri, a Gesualdo, una lunga fune d’acciaio con estrema cura è fissata al di sopra della piazza principale: un’estremità è legata alla torre del Castello mentre l’altra è annodata sul campanile della chiesa del SS. Rosario. Un bambino vestito da angelo si intravede sbucare tra la folla di fedeli riuniti. Ha inizio così lo spettacolare volo, che ogni anno in occasione dell’ultima domenica di agosto anima le strade del borgo irpino.
Quest’anno con Campania in tour 2024 avremo la possibilità di assistere a questo meraviglioso evento, per prepararci al meglio addentriamoci insieme alla scoperta dei suoi segreti!
Il volo del bambino-angelo contro il male
Il bambino-angelo dopo esser stato annodato alla corda con l’ausilio di carrucole è sospinto lungo la fune. Da terra chi assiste allo spettacolo, rivolge il proprio sguardo incredulo in alto, avendo l’impressione che quella sottile corda abbia come per magia diviso il cielo in due parti. La piccola creatura, abbigliata di un bianco candido si muove lentamente lungo il filo fino ad arrivare al centro della piazza dove da un palco, avvolto nel fumo, fa la sua apparizione il malefico antagonista: il diavolo. Le due figure danno così il via ad un’appassionata disputa, ricca di colpi di scena. Il diavolo, con atteggiamento beffardo e ironico, deride il popolo per le sue debolezze e vizi, vantandosi del suo potere sugli uomini. Poi, rivolgendosi con sarcasmo all’angelo, lo sfida apertamente. Quest’ultimo, con voce decisa, esalta le virtù della fede, lodando il santo e incitando il popolo a combattere le tentazioni e i vizi attraverso la preghiera. La lotta tra i due giunge al termine con la sconfitta del diavolo, che ritorna all’inferno inveendo e minacciando i presenti. L’angelo, invece, vittorioso e accolto con entusiasmo dalla folla, riprende il volo verso il campanile.
Durante la processione che segue lo scontro, i demoni sconfitti si aggirano ancora per le strade, finché l’angelo non ripercorre il tragitto al contrario, in un simbolico ritorno al cielo. Bisognerà aspettare l’anno successivo, quando l’angelica figure scenderà di nuovo, per ricacciare il male negli inferi e riportare il bene sulla terra, ristabilendo ancora una volta l’equilibrio tra gli uomini, che non sono né angeli né demoni, ma una combinazione di entrambi.
Le origini incerte del volo dell’angelo
Risalire alle origini della rappresentazione in onore di San Vincenzo Ferreri non è semplice. Una prima datazione dei festeggiamenti è ascrivibile al 1822, grazie al ritrovamento di un manifesto celebrativo del primo centenario dell’evento, datato appunto 1922. Le origini della manifestazione vera e propria invece rimangono ancora incerte, poiché dagli archivi della Confraternita della Chiesa del SS. Rosario emergono pochi elementi esaustivi per una precisa ricostruzione storica. Il primo documento che menziona esplicitamente la manifestazione risale al 21 agosto 1841. Altre date significative includono il 1833, anno della costituzione del primo Comitato-Festa, e il 1876, quando le cronache riportano l’infausto evento della rottura della fune (all’epoca fatta di semplice canapa) e la caduta dell’angelo. Si racconta che l’angelo si salvò cadendo nella fitta vegetazione che circondava la fortificazione del castello, un avvenimento che suscitò grande emozione nei presenti, i quali gridarono al miracolo e alzarono inni e preghiere in onore del Santo. La tradizione narra che la nuova fune, stavolta d’acciaio, venne donata da un gruppo di emigranti gesualdini a lavoro su un mercantile statunitense attraccato nel porto di Napoli.
I simboli religiosi e sociali dietro il volo dell’angelo
La festa di San Vincenzo, legandosi ad un contesto prevalentemente agricolo, rappresenta un’importante ricorrenza locale in cui la comunità esprime la propria gratitudine per i raccolti abbondanti. Questo rituale di ringraziamento al santo è un momento di profonda connessione tra gli abitanti e la loro terra, i quali riconoscono l’importanza delle produzioni agricole per la loro sopravvivenza e prosperità. Oltre ad essere una festa del raccolto, la celebrazione di San Vincenzo è anche un momento significativo per gli emigranti. Questi individui, che hanno lasciato il loro paese d’origine per cercare lavoro altrove, tornano per visitare le loro case e i loro parenti, rinsaldando così i legami con la comunità che hanno lasciato. Questa riunione annuale diviene quindi un’importante occasione di ritrovo e riconnessione per gli emigranti, rendendo la festa ancora più sentita e partecipata. Un altro aspetto centrale dei festeggiamenti è il ruolo del bambino-angelo, che rappresenta un simbolo fondamentale per la comunità. Il bambino che vola sopra la folla incarna difatti l’identità locale in una singola persona, assumendo il ruolo di un santo guerriero che lotta da solo, a nome di tutti, contro le minacce.
In sintesi, la festa di San Vincenzo non è solo una celebrazione agricola, ma anche un momento di forte identità e coesione comunitaria, unendo i presenti e gli emigranti in un rito che simboleggia la protezione e la lotta contro le avversità. Non perdere la possibilità di assistere con noi ad un evento unico!!