Nella suggestiva Valle d’Ansanto – cuore dell’antica Irpinia- è presente un sito naturalistico unico dove la terra è madre e matrigna: la Mefite di Rocca San Felice. Un luogo affascinante dove, in continua lotta e perpetuo ciclo, si congiungono le essenze di vita e morte.
La Mefite di Rocca San Felice: sito e caratteristiche
Per raggiungere la Mefite bisogna addentrarsi nelle rigogliose campagne dell’Alta Irpinia fino a quando la vegetazione va diradandosi e al verde si sostituisce un inconsueto grigiore.
In questo paesaggio “lunare” il silenzio e la quiete vengono interrotti dal ribollire continuo delle acque del laghetto di origine sulfurea, caratterizzato da emissioni di anidride carbonica mista ad acido solfidrico che non hanno eguali al mondo. Un posto davvero surreale, di piccola estensione ma con peculiarità davvero uniche e di pregevoli caratteristiche naturalistiche.
In tali condizioni il suolo è reso inospitale, acido e risulta difficile la sopravvivenza per piante e animali ad eccezione di alcune alghe estremofile e una rara varietà di ginestra, la “genista anxantica” che prende il nome dal luogo stesso e riesce a sopravvivere lungo i bordi del cratere.
La Dea Mefite tra storia e leggenda
Le caratteristiche anche letali della Mefite di Rocca San felice hanno suscitato paura e reverenza fin dai tempi più antichi generando miti e leggende personificandosi nella Dea Mefite.
Mefite, etimologicamente “colei che sta in mezzo” era inizialmente, una divinità pacifica con il potere di presiedere al passaggio sia geografico che simbolico. Colei che presenzia ai dualismi come vita e morte, il giorno e la notte, il regno dei vivi e l’oltretomba.
La divinità, dapprima considerata benigna e protettrice, in un secondo momento si trasformò in uno spirito malefico ispirando numerose leggende che alimentarono le fantasie popolari per secoli.
Ben presto la nuova concezione di dea ostile soppiantò quella di divinità portatrice di abbondanza, al punto che la misteriosa area divenne nell’immaginario collettivo il passaggio dalla terra agli Inferi, la “porta dell’inferno” così come riportato da Virgilio nel VII Canto dell’Eneide.
La Mefite di Rocca San Felice oggi
Il fascino e le particolarità di questo posto spingono ancora oggi studiosi e non a visitarlo, tenendo ben a mente l’importanza di non avvicinarsi troppo e fare attenzione in particolar modo quando si alza il vento.
Le esalazioni che contraddistinguono la Mefite così come la fanghiglia che se ne ricava hanno anche aspetti positivi. Fino ad epoca recente, infatti, i pastori transumanti hanno trovato nel laghetto un valido rimedio ad alcune malattie come la scabbia ovina e, ancora oggi, dal ribollire delle acque mefitiche provengono dei fanghi usati come impacco per la cura delle articolazioni.
Inoltre, i minerali presenti nell’aria e nel suolo influenzano le erbe spontanee che crescono nelle vicinanze e gli stessi ovini che le brucano, da cui si produce un latte particolare che dà origine al famoso Pecorino di Carmasciano.
La forza della natura trova qui, in un paesaggio a tratti ambiguo, la sua espressione più pura, tutta da scoprire e ammirare. Vieni anche tu a Rocca San Felice a gustare sapori unici tra leggende ed emozioni.