Oasi WWF “Lago di Conza”: una meraviglia che torna a vivere

da | 17 Giu, 2022 | Natura | 0 commenti

A cavallo tra i comuni irpini di Lioni e Calitri, nella Valle del fiume Ofanto, in un territorio ricco di acque, boschi e terreni fertili coltivati a grano e vigneti, sorge la meravigliosa Oasi WWF “Lago di Conza” che ha recentemente riaperto i propri battenti, dopo un lungo periodo di chiusura.

Origine del Lago e storia dell’Oasi

Il Lago di Conza corrisponde all’Oasi WWF che ricopre una superficie pari a circa 800 ettari ed è una delle zone irpine e campane più rilevanti dal punto di vista naturalistico. Essa è un bacino artificiale che può raggiungere anche i 30 metri di profondità, realizzato tramite la costruzione, iniziata nel 1972, dell’omonima diga che consente di sbarrare le acque dell’Ofanto. L’invaso, destinato a uso irriguo, è potabile e, attualmente, fa capo alla società dell’Acquedotto Pugliese.

L’area, Oasi WWF dal 1999, è di rilievo nazionale e internazionale per la varietà di avifauna che nidifica o stanzia al suo interno durante le lunghe migrazioni tra il continente africano e l’Europa. In virtù di tale importanza, la superficie è stata riconosciuta quale Oasi di Protezione della Fauna da parte della Provincia di Avellino e dall’Unione Europea come Zona Speciale di Conservazione (ZSC), nonché Zona di Protezione Speciale (ZPS), poiché ospita specie animali e habitat naturali a rischio di estinzione. 

Oggi, l’Oasi si presenta pianeggiante e, per tale peculiarità, è fruibile da chiunque. All’interno di essa, è possibile percorrere due sentieri: il Sentiero Natura e il Sentiero della Cicogna Bianca.

Il Sentiero della Natura: una passeggiata naturalistica dal prato al belvedere

Il Sentiero Natura ha inizio dal prato naturale, passa per lo stagno artificiale e giunge al belvedere. Il prato spontaneo rappresenta l’habitat di molte specie animali e può definirsi uno degli ambienti più importanti dell’Oasi, in quanto conserva un’elevata biodiversità in termini di insetti, rettili, micromammiferi e uccelli. Qui sorge l’orchidea piramidalis: una pianta furba che, con i suoi colori, attira gli insetti che intendono accoppiarsi, i quali, quando si rendono conto che si tratta di una pianta, si spostano altrove. 

Il laghetto artificiale, nato con funzione didattica, ospita la rana verde e la raganella famosa per il suo canto. Sul fondo dello stagno vengono messi dei pezzi di argilla che, essendo porosa, trattiene l’acqua. Il sentiero continua passando accanto a rovi di more, piante come la rosa canina e arbusti tipici delle zone umide, quali il biancospino, le cui bacche devono essere predigerite solo da alcune specie di uccelli quali il merlo, il tordo e il pettirosso. Ciò è simbolo dell’interazione esistente tra la flora e la fauna: se dovesse estinguersi il tordo, ad esempio, con il tempo rischierebbe di sparire il biancospino e tutti gli insetti a esso legati.

Al termine del sentiero si giunge sulle sponde del Lago di Conza, sul quale si vedono virare le rondini, la garzetta (appartenente alla specie degli aironi), lo svasso maggiore e il marangone minore che, in Campania, nidifica esclusivamente nell’Oasi. Si ammirano le libellule rosse che, per proteggersi da eventuali predatori, volano a pelo d’acqua per mostrare il loro colore acceso simbolo di velenosità. Sulla sponda del lago, la lontra crea dei cunicoli per costruire la sua tana. Altro miracolo della natura che si incontra lungo questo sentiero è la dittrichia viscosa, pianta dalle foglie appiccicose utilizzata in passato per catturare polvere e, soprattutto, insetti.

Dall’ampio belvedere, si possono ammirare il borgo di Cairano, il muro della diga di Conza, il Parco Archeologico di Conza e la stazione ferroviaria collocata sulla linea Avellino-Rocchetta. La splendida veduta è allietata ancor più dal canto dell’usignolo che, dopo aver trascorso l’inverno in Africa, si stanzia nell’Oasi nel periodo compreso tra maggio e settembre. Il lago cela e custodisce la vecchia ferrovia, case, fienili, pali della luce, un ponte romano che collega le sponde da destra a sinistra e che si è reso visibile nel 2012, in seguito all’abbassamento del livello dell’invaso. Tornando indietro, si possono notare delle piccole piante di quercia equidistanti tra loro, piantate dalla ghiandaia: un uccello che, quando è sazio, è solito depositare sotto terra le ghiande che non mangia, secondo uno schema ben preciso, al fine di poterle, poi, ritrovare.

Il Sentiero della Cicogna Bianca: flora e fauna in simbiosi

Il Sentiero della Cicogna Bianca conduce alle aree faunistiche delle testuggini e delle cicogne. Le testuggini, animali risalenti al tempo dei dinosauri, sono in tutto 16: la più grande ha 40 anni e appartiene alla specie marginata. Le cicogne arrivano nell’area faunistica a fine giugno e il progetto a esse dedicato tende a far insediare animali selvatici che possono essere attirati da quelli già presenti nell’area.

Continuando il percorso, accompagnati da cavolaie maggiori (farfalle bianche) e da qualche bombo, si attraversa una zona all’ombra, rifugio dal caldo per tanti insetti, e si continua verso l’antico frutteto che contiene sei varietà di mele irpine, tra cui la capo di ciuccio, tipica della zona. Si passa accanto al muretto a secco, le cui intercapedini ospitano piante, insetti, piccoli mammiferi (come il tasso) e rettili non velenosi (cervone, biacco, natrice tassellata e natrice dal collare).

Il sentiero termina al bosco igrofilo composto da ontani, tamerici, pioppi e salici alla cui base gli svassi costruiscono il nido. In passato, quando non stavano bene, gli animali domestici mangiavano le foglie dei salici dalla cui corteccia viene estratta la salicina, molecola utilizzata per la realizzazione dell’aspirina.

Oasi WWF “Lago di Conza”: iniziative e progetti

All’interno dell’Oasi, gestita sapientemente dal dott. Marcello Giannotti, sono stati sviluppati una serie di laboratori e iniziative e altri ancora sono in programma.

TradizionalMente è un laboratorio volto alla tutela e promozione della biodiversità, nonché al recupero e alla valorizzazione di pratiche dell’agricoltura tradizionale e all’integrazione tra gli attori coinvolti (WWF, GAL CISLI, Centri Rifugiati Politici Irpini e cittadini). In questa ottica, il laboratorio ha riguardato due linee di intervento: l’antico frutteto, in termini di sostenibilità dell’agricoltura, e il muretto a secco, nell’ottica di una conservazione delle specie e della biodiversità.

Altro fiore all’occhiello dell’Oasi sono le visite guidate e i laboratori di educazione ambientale per le scuole. L’obiettivo è quello di sensibilizzare adulti e ragazzi sui temi della biodiversità, della tutela delle acque, dei cambiamenti climatici, dei rifiuti, della sostenibilità ambientale, dell’inquinamento, del consumo del suolo e dell’alimentazione sostenibile. 

Tra i programmi messi in cantiere, spicca il progetto di implementazione dell’area faunistica dedicata alle anatre (avviato dalla Provincia di Avellino) e il giro in canoa del lago, nonché l’idea di inserire delle arnie.

Oasi WWF “Lago di Conza”: impressioni dopo la riapertura

Guardando il lago e ascoltando il canto degli usignoli, si avverte un profondo senso di pace, una sensazione di serenità, unitamente allo stupore di fronte alla magia che regge gli equilibri naturali, la meraviglia dinanzi alla capacità di alcune piante di vivere completamente sott’acqua, lo stupore nell’apprendere curiosità inaspettate che rappresentano l’intreccio inscindibile tra flora e fauna.

L’Oasi WWF “Lago di Conza”, oltre ad essere un pregio per la nostra Irpinia, può contribuire, grazie all’impegno di chi contribuisce a renderla viva e fruibile, ad avvicinare i giovani alla natura, alla conoscenza del nostro territorio, a sviluppare nei più piccoli e a far ritrovare nei più grandi un senso di attaccamento alla nostra terra e, soprattutto, a sviluppare e ad accrescere il rispetto per tutto ciò che riguarda l’ambiente che ci circonda. Tornare alle origini è necessario per poter preservare il presente e garantire un futuro alle generazioni che seguiranno.