La tradizione è memoria di usanze, riti, costumi e credenze popolari. L’importanza di queste memorie è legata alla possibilità di testimoniare ai posteri l’esistenza di antiche culture e civiltà. È il caso delle tradizioni di Natale tipiche della cultura popolare di San Michele di Serino nell’epoca anteriore al sisma del 23 novembre 1980, successivamente abbandonate o addirittura dimenticate.
Le tradizioni di Natale a San Michele di Serino
Nella prima metà del XX secolo numerose e svariate tradizioni accompagnavano le feste religiose; alcune di esse sono legate al periodo natalizio. Ripercorriamole insieme nel dettaglio.
Un tempo, la Vigilia di Natale era caratterizzata dal digiuno il quale, con il passare degli anni, è stato attenuato dall’esortazione a “non camerare”, espressione popolare usata per indicare il divieto di mangiare carne in quel giorno. I pasti della Vigilia erano, pertanto, modesti e poco costosi, preparati con le verdure coltivate con cura e dedizione nell’orto adiacente alla propria abitazione. Nonostante ciò, il cenone assumeva comunque una valenza del tutto particolare perché rappresentava il momento in cui, attorno alla tavola, si riunivano tutti i componenti della famiglia. Esso si concludeva con la cerimonia dello nferto, un modesto regalo in denaro che il capofamiglia faceva a tutti i partecipanti al momento dello scambio degli auguri. Dopo il cenone tutti raggiungevano il sagrato della chiesa dove, accanto al focone acceso sul selciato, si attendeva di partecipare alla solenne Messa di Mezzanotte. Quest’ultima terminava con la processione del Bambino Gesù che si svolgeva attorno all’unica navata dell’antica, e ora non più esistente, Chiesa di San Michele Arcangelo.
Il tradizionale pranzo di Natale e il cenone di San Silvestro
Delle usanze popolarifaceva parte anche il pranzo di Natale, il cui menù prevedeva tagliolini all’uovo fatti in casa e cotti nel brodo di cappone ripieno o, in alternativa, la maccaronara condita con lo stesso sugo di pomodoro in cui era stato cotto il cappone, allevato meticolosamente a tale scopo dalle famiglie.
Nelle tradizioni di Natale rientrava anche il cenone di San Silvestro, che si differenziava da quello della Vigilia di Natale soltanto per la presenza in tavola del cotechino accompagnato dai cicci,“i ceci” del buon augurio, oggi sostituiti dal tradizionale zampone con le lenticchie.
Ad oggi, le pietanze appena descritte non fanno più parte delle tradizioni natalizie a causa dell’allentarsi dei vincoli familiari che, un tempo, costituivano i pilastri su cui si reggeva la famiglia patriarcale, espressione concreta dell’antica civiltà contadina del nostro paese.
Irpinia: terra di tradizioni
Come si evince da questo breve racconto, l’Irpinia è terra di tradizioni e molte di esse sono legate alle festività religiose. Ciascuno dei 118 paesi ha le proprie, le conserva gelosamente e le tramanda ai posteri. Lascia un commento sotto al blog per condividere con noi le usanze che da anni caratterizzano il tuo Natale, specificando il tuo paese di origine.